Oggi in Giappone si festeggia lo Shunbun no Hi (春分の日),
ovvero l'equinozio di primavera. È una
festività nazionale che cade il 20 o il 21 marzo (dipende dall'anno bisestile)
istituita nel 1948 e la sua celebrazione è considerata come una della più
tradizionali.
Lo Shunbun no Hi è inserito all'interno di un periodo di
sette giorni, detto Haru no Higan (春の彼岸),
letteralmente equinozio di primavera. La parola Higan significa "altra
sponda" (Hi=altro, al di là di e Gan=sponda) ed ha un doppio significato:
indica sia il passaggio da una stagione all'altra sia il periodo del risveglio,
cioè il passaggio da uno stato di quiete e di riposo ad uno stato di
illuminazione, di realizzazione completa del sublime.
Un altro Higan simile a questo è l'Aki no Higan (秋の彼岸),
durante il quale si festeggia l’equinozio d’autunno, generalmente questo cade
intorno al 21-23 settembre. Quindi mentre in primavera si celebra la fioritura
dei fiori di ciliegio in autunno invece si celebra e venera la pioggia delle
foglie d’acero, albero considerato altrettanto sacro quanto i sakura a
primavera.
Questi due momenti dell’anno sono molto importanti perché sono i due
giorni in cui le ore di luce sono uguali alle ore di buio e per chi anticamente
aveva a che fare con l’agricoltura e i lavori legati alla terra era importante
per poter scandire i cambiamenti del tempo e il mutamento delle stagioni.
L'origine di questa festa è ancora sconosciuta ma pare che
risalga al VII secolo presumibilmente venne adottata in Giappone da parte
dell'imperatore regnante in quel periodo e si suppone che la sua origine sia la
fusione di due tradizioni: una religiosa ed una agricola.
In questo giorno si dà il benvenuto alla primavera, stagione
propizia alla coltivazione della terra e allo sbocciare dei primi germogli e
fiori primaverili. Inoltre in questo giorno molti giapponesi ne approfittano
per recarsi nei cimiteri a far visita ai lori cari defunti, per pregare per
loro e chiedere protezione per la famiglia. Il rispetto per i defunti oltre che
spiritualmente lo si ritrova nei gesti e nei riti dedicati alle sepolture, le
quali vengo prima ripulite dalle erbacce e purificate con l'acqua, poi adornate
di fiori ed incensi ed infine, per rallegrare le anime dei propri cari, vengono
loro offerti gli ohagi (お萩), dei dolcetti a forma di palline
ottenute con tre semplici ingredienti: con la pasta di riso cotta, con il Kinako, farina di soia tostata e con
una marmellata di azuki, di fagioli dolci.
Le famiglie tornando a casa si
riuniscono per stare insieme, ricordando piacevolmente i familiari che non ci
sono più e mangiando insieme gli ohagi.
commemorazione dei defunti |
dolcetti ohagi |
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